La differenza tra open source e software commerciale? Non compriamo un software, ne acquistiamo i diritti d’uso.
Se compri uova, latte e farina ci fai una torta. Ci puoi fare quello che vuoi, in realtà. Puoi impanarci le fettine, creare qualche tuo piatto o semplicemente spiaccicarli a terra (non farlo, ti prego). Fatto sta che li hai acquistati e sono di tua proprietà. Ci puoi fare tutto quello che desideri. Così come la tua auto, che puoi modificare quanto vuoi (ovviamente rimanendo nei limiti legali). Insomma, tutto ciò che compri è tuo e puoi farci ciò che ti pare e piace. Puoi smontare uno smartphone e vedere anche com’è fatto. E il latte puoi benissimo analizzarlo in laboratorio. Solo che, ovviamente, nel primo caso non puoi riprodurre un cellulare identico perché violeresti il brevetto di quell’idea. Ma, col software, invece? E’ tutto abbastanza diverso.
Diciamo che quando acquistiamo la copia di un programma, ne acquistiamo solo il diritto di utilizzarlo secondo la licenza d’uso. In poche parole, paghi per utilizzarlo alle condizioni della casa produttrice. Il software non può essere modificato e in molti casi, come Windows, è venduto in scatole chiuse. Molti sospettano che il sistema operativo di Microsoft abbia dei servizi che possano spiare gli utenti. Come facciamo ad averne le conferme? Studiandolo affondo tramite tecniche come l’ingegneria inversa. C
i sono diversi tipi di licenza di software “a scatola chiusa” disponibili. Non sempre questi sono a pagamento, anche quelli gratuiti possono avere comunque non avere un codice sorgente accessibile (i cosiddetti closed source – opposto di open source). Un esempio sono i programmi Freeware e Shareware. I primi sono utilizzabili senza limiti a costo zero e gli altri sono invece limitati e spesso usati per uso dimostrativo.
Per il diritto d’autore italiano, la cessione dei diritti d’autore sul software deve avvenire in forma scritta, il che implica che le forme di accettazione della licenza diverse da quella scritta hanno dubbia validità giuridica. Nella pratica, l’accettazione delle clausole del codice sorgente. In questo caso la licenza è accettata implicitamente con l’utilizzo del software; in pratica se si usa il software vuol dire che si accetta anche la licenza, mentre se non lo si usa vuol dire che non la si accetta. È molto importante leggere le licenze prima di usare il programma perché se non si rispetta la licenza si compiono delle azioni illegali e decadendo la licenza non si ha più diritto né all’uso del software né a qualsiasi azione di rivalsa contro chi ci ha fornito o chi ha prodotto tale software.
Dunque, l’unica soluzione per avere un programma di cui si conosce il codice sorgente è l’open source. Uso libero, modifiche libere a proprio piacimento, supporto da sviluppatori sparsi in tutto il mondo.
Resta comunque il fatto che al tanto famoso utente medio non interessa come è fatta una cosa, ma l’importante è utilizzarla anche in cambio di soldi per farlo (non sempre in realtà, ma vabbè). Dunque, l’importante è che funzioni bene (e senza avere falle di sicurezza).
Fonti: https://www.wikipedia.org
Immagine di copertina: https://www.pixabay.com

Blogger e scrittore ventenne nato a Taranto. Collabora con diverse agenzie di marketing digitale e operativo. Ha pubblicato il manuale Windows 10: Guide e Soluzioni e il libro di narrativa storica Cronache di un Palazzo Abbandonato.